lunedì 13 ottobre 2014

Intolleranza al lattosio, epigenetica, memoria inconscia.

L'intolleranza o mal digestione al lattosio è l'intolleranza più diffusa.
La maggior parte degli intolleranti vivono questa situazione come malattia, ma non sanno che chi è intollerante al latte è "normale", sono i "tolleranti" al latte gli anormali.
La modificazione delle abitudini alimentari ha fatto si che le persone che non digeriscono il latte, vengano considerate malate e le persone tolleranti siano sane.
Il latte è un alimento che non dovrebbe essere assunto dopo lo svezzamento.
Tutti i mammiferi, compresa la vacca, pecora, capra non assumono più il latte, solo l'uomo ha modificato le sue abitudini, ha continuato a bere il latte e a cibarsi dei suoi derivati anche in età adulta.
Il contenuto di lattosio in 100 ml è nella donna di 7 g, nella mucca 4.6 g, nella capra 4.4 g, nella renna 2.4 g.
Il latte del leone marino, non contiene  lattosio.
Lo zucchero del latte viene digerito grazie all'enzima Lattasi - Fluorizina - Idrolasi -LPH gene che ha sede nei microvilli del piccolo intestino.
Questo enzima scinde il lattosio in galattosio e glucosio.




La durata dell’enzima lattasi è regolata dai “geni.
Il gene si può modificare naturalmente senza cambiare il codice del DNA o per effetto di processi artificiali o ambientali o nutrizionali.
Queste modifiche portano alla mutazione del gene, uno degli esempi classici è il gene agouti  che con alimenti  specifici ha cambiato il colore del pelo del topo. 
Possiamo quindi modificare il fenotipo di un individuo, modificare le sue progenie e controllare l’invecchiamento, tutto questo grazie all'epigenetica della nutrizione.
Se confrontiamo le varie popolazioni ci accorgiamo che il Vietnamita ha un deficit di lattasi del 100% , in Sud Italia abbiamo un deficit del 72% , nella popolazione austriaca 20%, sino ad arrivare ai Nord Europei al 7% .
Questi dati ci fanno capire che assumendo il latte le popolazioni diventino tolleranti.
Peter D'Adamo, nella Dieta dei Gruppi Sanguigni, riscontra che, le "lectine" presenti nel latte, sono nocive per tutti i Gruppi Sanguigni, 
Il Gruppo B, proveniente dal Himalaya, dedito alla pastorizia, alimentandosi di latte è l'unico che può assumerlo.
Con l'ingegneria della nutrizione e la biotecnologia delle fermentazioni, trasformando il latte in yogurt, kefir e formaggi, si sono create linee genetiche tolleranti con il passaggio da Lattofobia a Lattofilia grazie ai batteri Lactobacillo Acidofilo e Streptococco Termofilo.
L'intolleranza al latte quindi, non deve essere affrontata con un alimentazione d'esclusione del latte, o dei latticini e formaggi, ma deve avere un integrazione graduale di fermenti, che vanno a riattivare l'enzima bloccato, se si usano latte, latticini, e formaggi senza  lattosio, non si ha l'evoluzione epigenetica.
Oltre messaggio frequenziale bloccato che si sviluppa dopo la nascita, l'inibizione dell'enzima  può essere dovuta anche ad un emozione che risiede memoria inconscia Theta.
La memoria Theta si sviluppa tra i 2 e i 6 anni.
L'intollerante può aver associato il latte a situazioni vissute in famiglia con i genitori o con i fratelli, filmati visti alla televisione o ad alimenti che hanno provocato un intossicazione alimentare.
La mente inconscia disattiva così l'enzima preposto alla scissione e una minima associazione o rappresentazione grafica o informazione come ad esempio: "contiene  0,01  di lattosio",  può provocare i sintomi dell'intolleranza.



Per ulteriori informazioni scrivere a antonio@gruppoiga.com
Ulteriore approfondimento
Oggi l'intolleranza al lattosio si determina con il test genetico
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=216705549257&id=47398775806

Mara Sol e Antonio G. Traverso
@DrTraverso


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